Poco più di un anno fa, esattamente il 14 Settembre 2013, facevo alla mia ragazza la proposta di matrimonio.
Sembra che ne siano passati dieci di anni, invece di uno soltanto. Durante questi 365 giorni abbiamo organizzato il matrimonio (si fa presto a scrivere, ma farlo è un’altra roba: chi c’è passato, specie i maschietti, capiscono cosa intendo!), lo abbiamo celebrato, siamo andati in viaggio di nozze Iin Canada, per la cronaca). E, peggio, siamo anche già tornati.
Tornando alla proposta, gliel’ho fatta a Villa Balbianello, Lago di Como. Non per vantarmi (anzi, un po’, proprio sì) ma ripeto: Villa Balbianello.Posto incredibile. Villa fantastica, giardino-che-poi-è-un-parco allucinante, vista mozzafiato… posto da favola, insomma. E, non trascurabile, ci hanno girato un po’ di Guerre Stellari (un po’ nerd, ma… fico!).
E pensare che non era lì che avevo pensato di chiederglielo. Sì, perché il viaggio si componeva di quattro tappe: Menaggio, sul la go di Como; poi Stresa, sul Lago Maggiore; poi Assisi, ed infine Siena. Lo so, mi rendo conto che è un po’ schizofrenico, soprattutto considerando che il punto di partenza e arrivo è Modena… ma tant’è, non è che parliamo di chissà quali distanze, si può fare. E infatti è stato magnifico.
Doveva essere Assisi il posto giusto. Perché comunque Assisi è straordinaria, bellissima. E poi pensavo che una città così densa di spiritualità, di raccoglimento, avrebbe certamente offerto tante opportunità, tanti momenti soli io e lei, romanticismo a go-go… me non ero mai stato sul Lago di Como. E neanche sul Maggiore, per la verità. Per cui, dopo due giorni, ho capito che era lì che non mancavano le opportunità, e che avrei potuto pentirmene se me le fossi lasciate sfuggire.
E così, ho cominciato ad andare in giro con l’anello riposto in una delle scatole destinate agli obiettivi della reflex, certo che non le avrebbe mai aperte. Perché, non appena si fosse presentata la situazione giusta, avrei estratto il coniglio dal cilindro… Ed è qui che arriva l’ingenuità, quella tipicamente maschile. Ero convinto, pensate un po’ (mi viene un sorriso di autocompatimento, a ripensarci), che al terzo giorno di vacanza di quattordici previsti, le avrei chiesto di sposarmi, incassato il sì, e poi avremmo rimandato l’inizio dei preparativi al ritorno a casa. Cioè, credevo VERAMENTE che lei (una donna) avrebbe accantonato il tema matrimonio per 11 (undici!) giorni consecutivi. Avevo addirittura pensato che lo avremmo detto alle rispettive famiglie una volta tornati, per farlo dal vivo.
Poveretto.
Illuso.
Uomo.
Naturalmente, invece, il giorno dopo, complice una giornata di pioggia più novembrina che settembrina, aveva stilato la prima bozza della lista degli invitati. Avevamo giù telefonato al mondo per comunicare la novella. E cominciava a parlare di tableau (ovviamente, non sapevo cosa fosse), di colore del matrimonio (non sapevo neppure questo) e di centrotavola.
Lo sospettavo già, perché comunque fa parte dei luoghi comuni, ma ho avuto la certezza che in determinate situazioni le donne e gli uomini sono diversi. Ma diversi diversi, tipo due specie animali differenti, come scimmie ed elefanti, o pappagalli e coccodrilli. Pianeti differenti. Il matrimonio è una di queste situazioni. E lo si vede anche nella reazione delle altre persone, quando dici loro che ti sposi.
Comportamento degli uomini sposati: sguardo di compatimento, sorrisino di consapevolezza, e una frase del tipo: “sei sicuro?”.
Comportamento degli uomini non sposati: sguardo stupito, incredulo, come di chi pensa che sei veramente strambo, e una frase del tipo: “sei sicuro?”.
Comportamento delle donne, tutte le donne: immediatamente la loro voce si alza di tre ottave, trasformandosi in una specie di ultrasuono, cominciano a saltellare abbracciandoti e battendo le mani, dimostrandoti una felicità ed una contentezza che non avrebbero neanche dovessero sposarsi loro stesse. E non importa quanto ti siano affettivamente vicine. Tutte reagiscono così. Perché è il matrimonio, che diamine.
Comunque, tornando ai luoghi, signori miei ecco la conclusione: più viaggio, e più mi convinco che l’Italia, in quanto a bellezza, è ineguagliabile. Insomma, non ce n’è. Dove ti giri, trovi natura, arte, storia, cibo…in una parola, bellezza.